Questa sessione all'ATTD mi ha subito catturato sin dal titolo, e così ho voluto creare un articolo. "Oltre la conta dei carboidrati: ottimizzazione della dose d'insulina ai pasti". Tre, due, uno... vamos!
Siamo ormai abituati a sentir dire che la glicemia dopo un pasto non dovrebbe superare i 180 mg/dl, anche se sappiamo che non è sempre possibile rispettare questo limite.
Da 1 a 10, quanto è complicato per te fare correttamente la conta dei carboidrati? Per me, spesso un 10 e oltre. 😶 Il punto critico qui è che non possiamo limitarci solo al conteggio dei carboidrati; è necessario considerare anche quantità di grassi e proteine, che avranno un impatto sulle nostre glicemie post-prandiali.
Ma fin qui non ho detto nulla di nuovo o rivoluzionario. O forse sì: c'è bisogno di una maggiore formazione anche sulla conta di ciò che non sono carboidrati.
Ricordo ai nuovi lettori del blog che AHCL sta per "Advanced Hybrid Closed Loop system", ovvero, sistema ibrido avanzato ad ansa chiusa; in altre parole: una pompa di insulina con algoritmo integrato e collegato a un sensore CGM (esempio Tandem Control-IQ con Dexcom, o sistema Minimed 780G di Medtronic).
Avere una glicemia perfetta non dipende solo dal giusto conteggio dei carboidrati e dal momento del pasto in cui viene fatto il bolo: ci sono alcune limitazione all'attuale approccio (che probabilmente conoscerete già):
Quanto prima del pasto viene fatto il bolo ⏱️
Non bisogna solo contare i CHO, ma anche grassi e proteine 🍕
Esitono i boli quadri o d'onda doppia nei microinfusori e, se usati, possono aiutare ad evitare iperglicemie post-prandiali 📉
Come si farebbe allora a gestire un pasto di alto indice di grassi o proteine con un AHCL?
Sarebbe ideale, al momento dell'inserimento del pasto nel sistema, non solo fornire la quantità di grammi, ma anche il tipo di pasto. Esistono già dei sistemi che hanno questa funzionalità e i pasti vengono inseriti come segue:
assorbimento rapido (🍭)
assorbimento medio (🌮)
assorbimento di lunga azione (🍕).
Così, anche se si sbaglia di qualche grammo nella stima, l'importante sarà fornire l'informazione necessaria all'algoritmo per gestire eventuali rialzi dovuti all'assorbimento del pasto. E almeno a me, questa cosa già succede: se sottostimo i carboidrati, l'algoritmo corregge con dei boli.
In questo studio si sono definiti quattro categorie di pasto:
🔵 Alto contenuto di grassi (high fat - HF)
🟡 Basso contenuto di grassi (low fat - LF)
🔴 Alto contenuto di carboidrati (high carb - HC)
🟢 Basso contenuti di carboidrati (low carb - LC)
e si sono analizzati alcuni aspetti come la ritenzione e l'assorbimento del glucosio e la sensibilità insulinica, in altre parole, la concentrazione del glucosio nel sangue e la velocità di cambiamento della glicemia dopo aver assunto i diversi pasti, confrontandoli come segue:
➡ Alto e basso contenuto di grassi (🔵 vs 🟡)
➡ Alto e basso contenuto di carboidrati (🔴 vs 🟢)
➡️ La componente grassa di un pasto è il fattore dominante che porta ad avere grandi cambiamenti glicemici nelle ore successive all'ingesta (specialmente due ore dopo).
➡️ Dopo un pasto ad alto contenuto di grassi (HF 🔵), la ritenzione del glucosio nello stomaco è più marcata e l'assorbimento dello stesso minore. In parole povere, la glicemia sale più lentamente perchè ci si mette di più a trasformare i carboidrati in energia, a causa della presenza dei grassi.
Se usate un sistema ibrido ad ansa chiusa potete utilizzare la funzionalità bolo esteso per gestire alcuni pasti complessi. Ma se non lo hai mai usato, o non sai ancora cosa sia, te lo spiego!
Questo secondo studio parla dell'uso del bolo esteso nella gestione glicemica di pasti con alto contenuto sia di grassi che di proteine.
Durante lo studio si è sempre fatto 60% del bolo subito e 40% distribuito nelle due ore successive.
Glicemie post prandiali dopo un pasto di alto contenuto di grassi e proteine con bolo standard vs bolo esteso
➡️ Aumentare la dose di insulina e fare un bolo esteso per pasti con alto contenuto di grassi e proteine può essere una buona strategia, a causa dello svuotamento gastrico e dell'aumento della resistenza insulinica che questi pasto suppongono.
➡️ Sono necessari più studi che supportino e concretizzino la modalità dei boli estesi associati ad un pasto con alto contenuto di grassi e proteine.
Ovvero, ci sono pochi studi che ci indichino quale sia il modo di gestione di questi pasti complessi (esempio, la pizza! 🍕), e per ora (parlo in prima persona sulla mia esperienza) si va un po' a tentativi. Alcuni giorni si becca la quantitá d'insulina e si sta più o meno in target; altri giorni sono un disastro, glicemicamente parlando.
Qui il discorso non è rendere la gestione del diabete sempre più complessa, aggiungendo, non solo carboidrati, ma anche grassi e proteine. Qui si parla di togliere alle persone sempre più peso della gestione della malattia, riducendo il fardello e i mal di testa.
Grazie a tutti gli studi (che ce ne sono tanti e molto variegati come potete vedere) questa promessa è sempre meno promessa e più realtà: la velocità del cambiamento della glicemia (glucose rate of change) può aiutare gli algoritmi a identificare la composizione di un pasto, dandogli le informazioni necessarie per fornire le giuste dosi d'insulina per gestire anche i pasti complessi.
Quindi forse è vero che siamo sempre più vicini a un sistema completo ad ansa chiusa 🙃
Voi cosa ne pensate? Aspetto i vostri feedback e come sempre grazie di essere arrivati fin qui! 💙
#fidambassador #attd2024 #fid
#ricerca #cura #diabeteditipo1
#type1diabetes #sostienilaricerca #aiutaciaguarire
Clicca qui per tornare alla mia pagina Instagram.