Sarah Koning, una dietista olandese specializzata in diabete, ha tenuto una presentazione durante ISPAD 2023, focalizzata sulla comprensione dei sistemi AHCL (Advanced Hybrid Closed Loop) nel contesto della nutrizione. Tutto ciò che ha esposto si basa sulla sua esperienza e su diversi studi clinici svolti.
La prima domanda può sorgere quasi spontanea, ma se avete letto l’articolo "Cos'è un pancreas artificiale" saprete la risposta:
➡️ possiamo dimenticare la conta dei carboidrati se indossiamo un sistema AHCL?
❌Purtroppo no.
E per non deludervi troppo vi lascio qualche conclusione presentata da Sarah a ISPAD:
Sia la conta dei carboidrati che il tempo di attesa del bolo prandiale sono cruciali per avere un controllo glicemico buono.
Se sappiamo calcolare correttamente i carboidrati, non solo miglioreremo l’andamento glicemico, ma avremo anche una flessibilità maggiore nella scelta degli alimenti (principalmente perchè saremo piu preparati!).
Senza una conta dei carboidrati consapevole sará molto difficile avere un buon compenso glicemico.
Una variazione di 10g su un pasto di 60g (banalmente se sbagliamo di poco la conta) non comporterà grandi scompensi glicemici, grazie alla funzionalità di incremento basale e bolo correttore che hanno tutti i sistemi AHCL dotati di algoritmo.
Vorrei prendere un momento per riformulare la frase precedente e assicurarmi di avervi trasmesso il messaggio corretto:
Con l'ausilio dei sistemi AHCL non è obbligatorio effettuare una conta dei carboidrati precisa al 100% per avere un compenso glicemico accettabile.
Nessuno ci chiede infatti di essere perfetti 💙
Lo abbiamo già esaminato in un articolo precedente, al momento nessun microinfusore tra quelli attualmente disponibili sul mercato è in grado di mantenere una glicemia post-prandiale in target senza che venga inserita manualmente la quantità di carboidrati consumati. È necessario informare l’algoritmo ogni volta che mangiamo!
Vi mostro anche questi risultati, che dovete però leggere con attenzione: per pasti sotto i 20gr di CHO (come un frutto, due biscotti o una fetta biscottata), il tempo nel intervallo (TIR - time in range) e il tempo sopra l'intervallo (TAR - time above range) sono simili.
Quindi per piccole quantità l’algoritmo sarebbe in grado di aumentare la basale ed erogare bolo correttore per mantenerci in target, anche se questo comporterebbe un algoritmo più agressivo. Bisogna prestare attenzione a queste situazioni, sopratutto quando la sensibilità all'insulina aumenta, ad esempio durante l'attività fisica.
È stato dimostrato anche negli studi che se il pasto contiene più di 20gr e non si comunica all’algoritmo, il TIR (time in range) sarà notevolmente inferiore.
Ma a questo punto potreste dirmi: Laura, i carboidrati non sono gli unici macronutrienti che influenziano la glicemia dopo un pasto. E avreste ragione! Perchè anche i grassi e le proteine possono entrare in gioco. Non è una semplice somma come 2+2=4, e il tutto dipenderà dalla complessità e dalla dimensione del cibo che si mangia. Approfondiremo questo discorso in un altro articolo.
Sono abbastanza allineata con tutto ciò che ha detto Sarah Koning. Non sono una dietista ma dopo quasi 30 anni di diabete e innumerevoli iperglicemie post pranzo, il mio consiglio principale per te è quello di optare (almeno all'inizio) un piano alimentare semplice dal punto di vista nutrizionale e via via renderlo più elaborato. Però, non dimenticare che:
La conta dei carboidrati va fatta sempre.
Devi essere in grado di identificare la dimensione di un pasto ma anche la sua composizione (più o meno).
Il tempo di attesa tra bolo di insulina e pasto va considerato, e questo tempo non è uguale per tutti.
Chiedi al tuo diabetologo/nutrizionista se pensi di avere bisogno di formazione nutrizionale.
Le vostre glicemie ringrazieranno! 💙
#nutrizioneediabete
#contadeicarboidrati